lunedì 26 settembre 2011
Dear Biork
Mia amatissima Bjork, ho letto la tua mail questa mattina, sabato 24 settembre intorno alle ore dieci e trenta (ho visto che me l'hai spedita a mezzanotte e quarantatré, ma a quell'ora dormivo profondamente e quindi ti rispondo solo adesso). Ti ringrazio per avermi tempestivamente avvisato che il tuo prossimo album uscirà un po' in ritardo (invece di lunedì prossimo, il dieci ottobre). Capisco che aver suonato "Biophilia" per qualche settimana a Manchester abbia migliorato alcuni brani, tanto da convincerti a inserire le versioni live nel disco. Ma non è di questo che vorrei parlare: ho acquistato le app per iPhone e iPad (una per ogni canzone), ho religiosamente guardato il video di Michael Gondry e ho anche comprato su iTunes tutte le versioni remix uscite fino a oggi (Matthew Herbert e Serban Ghenea mi hanno deluso, ma la versione di "Crystalline" di Omar Souleyman è davvero straordinaria, non smetterei mai di ascoltarla). Ma non è di questo che vorrei parlare: quando a fine luglio avevo scoperto che avresti pubblicato insieme al cd normale, anche una "Ultimate Edition", non avevo resistito. Un contenitore in rovere laccato con coperchio incernierato e serigrafato, un manuale completo della 'guida' a "Biophilia"e dieci diapason cromati, anch'essi serigrafati su un lato, in altrettanti diversi colori, stampati sul retro e sistemati su un vassoio, regolati sulla tonalità di ciascun brano dell'album, un volume di 48 pagine cartonato, con copertina di stoffa cucita a mano, 2 CD (uno con le canzoni dell'album e un altro con registrazioni inedite) e una serie di saggi esclusivi sul tema del disco, tutto realizzato dal designer parigino M/M, valevano bene le 500 sterline(all'epoca 573 euro, ora non so). Non che sapessi chi sia M/M, né cosa fare con dieci diapason, con un contenitore laccato e con ilibri, che probabilmente avrei letto forse una volta e di sfuggita. Ma non è di questo che vorrei parlare: tutto questo accadeva prima della scoperta che l'Italia era un paese in crisi, a rischio 'default', che le manovre economiche si succedessero una via l'altra, portando l'IVA al 21%, rendendomi infine un pochino più povero. Insomma, my dear Bjork, so che tu mi puoi capire perché qualche anno fa anche la tua amata Islanda si è trovata nella stessa situazione, ma io avrei cambiato idea e ti chiedevo se fosse possibile recedere dall'acquisto. Sono certo che per te non sarebbe un grande danno: probabilmente in molti sono rimasti fuori dalla prenotazione e sarebbero ben felici di riuscire ad accaparrarsi una simile chicca. Puoi immaginare quanto mi costi rinunciare, ma se mia moglie sapesse che, pur essendo in cassa integrazione da maggio, spendo una simile cifra in un disco (alla fine di questo si tratta) non credo capirebbe e i nostri già tesi rapporti potrebbero forse peggiorare irrimediabilmente. Attendo una tua risposta, spero comprensiva e ti saluto caramente.
ps ho scaricato illegalmente l'album giovedì notte (tanto ho pensato che poi l'avrei comprato e quindi non ti procuravo alcun nocumento); non so se sia quello 'vecchio' o l'edizione da te modificata. In ogni caso l'ho trovato mortalmente noioso, ma non pensare che sia questo il motivo per cui rinuncio alla Ultimate edition.
lunedì 19 settembre 2011
Musica sui generis
Grazie a un comunicato di Radio Monte Carlo che annunciava il nuovo programma radiofonico di Alfonso Signorini con sigla di Fabri Fibra composta ad hoc per, avevo trovato senza troppo sforzo l'argomento per il Disco Mix di questa settimana. Poi, come quasi ogni settimana, ero andato a leggermi il blog di Aldo La Stella, un giornalista di Repubblica con la passione della musica. E cosa trovo? Quindici righe impeccabili da non dover aggiungere niente, se non riportarle integralmente, per condividerle: "Capisco: è un po' sparare sulla croce rossa visto lo spessore delle persone di cui si parla. Ma insomma, c'è gente che si sciacqua la bocca con proclami bellicosi di anticonformismo, sparacchiando un po' di qua e di là. Prendiamo il rapper Fabri Fibra, che ha addirittura titolato Controcultura un suo album, se non ricordo male, e non perde occasione per chiamarsi fuori dal coro. Poi m'arriva questa nota trionfalistica di Radio Monte Carlo: secondo la quale proprio il cattivissimo e alternativissimo rapper ha composto ed esegue la sigla del nuovo programma radiofonico di Alfonso Signorini. Signorini? Proprio il direttore di Chi e Sorrisi e Canzoni, invischiato in alcune trame e tramette che hanno inevitabilmente al centro Berlusconi? Già proprio lui. Ora, non si tratta di fare i moralisti, anche se guardare al mondo e soprattutto alle nostre cose con un poco di moralismo non mi pare così disdicevole. Ma chiedere pudore e rispetto per le parole, questo bisogna farlo. Soprattutto a chi campa cavalcando la rabbia e la voglia di cambiare il mondo dei ragazzi". La Stella ha anche un podcast, Musica sui generis, una sorta di trasmissione radiofonica di una ventina di minuti, generalmente monografica, sempre interessante, colta e approfondita, senza essere paludata o saccente: la trovate su iTunes o dal sito di Repubblica. Buon ascolto.
lunedì 12 settembre 2011
Silent music
Se appartenete alla schiera di coloro che hanno sempre trovato incomprensibile il fenomeno delle drag queen - camalli travestiti da vecchie zie che in playback scimmiottano improbabili canzoni - probabilmente di fronte alla nuova moda del momento, il Lip Dub, comincerete a rimpiangere i Gibson Brothers e i Boney M, gruppi che esistevano solo in studio e i cui produttori mandavano in giro controfigure di bell’aspetto a raccattare un po’ di popolarità e dollari. In pratica funziona così: si muovono le labbra, ma senza emettere un sussurro e si doppiano i video dei rocker più famosi realizzandone di nuovi. Su You Tube, ovviamente, il fenomeno ha assunto proporzioni gigantesche, tanto che quando cercate il video di uno dei vostri cantanti preferiti, cinquanta volte su cento salta fuori un brufoloso studente di un college americano che nella sua cameretta ha pensato bene di riprendersi mentre si dava al Lip Dub (e non si capisce per la gioia di chi). Mtv, ancor più ovviamente, ne ha tratto un format sul quale preferiamo non indagare. Come sappiamo bene noi italiani, il fondo del barile non esiste: così in Finlandia, nella città di Oulu, addirittura dal 1996, si affrontano i migliori specialisti di Air Guitar una specialità che consiste nel fingere di suonare e cantare la chitarra lanciandosi in spericolati assoli, generalmente heavy-metal o comunque hard-rock, mimando meticolosamente tutta la gestualità degli originali sonori (per chi interessasse c’è anche un campionato italiano). Il nostro pensiero non può che andare a Sanremo 1964 quando Roberto Satti, in arte Bobby Solo, ciuffo alla Elvis ma repertorio ben saldo nel melodramma italico, spopolò con “Una lacrima sul viso”, ma fu squalificato perché nella serata finale, a causa di una faringite, aveva cantato in play-back. Inconsapevole, aveva semplicemente anticipato i tempi. E ormai lo abbiamo capito, dopo aver toccato il fondo, per anticipare i tempi, basta raschiare. Anche senza aprire bocca.
lunedì 5 settembre 2011
Music voyager
Il 5 settembre 1977 la sonda spaziale Voyager 1 veniva lanciata da Cape Canaveral. Lo scorso agosto, poco prima di compiere trentaquattro anni e dopo aver sfiorato Giove e Saturno, abbandonava il Sistema Solare per inoltrarsi nella Via Lattea nella speranza di incontrare una qualunque forma di vita aliena alla quale far ‘ascoltare’ il "Golden record", un disco che custodisce gelosamente al suo interno. Si tratta di un ellepi di rame placcato in oro, inciso a 16 giri e chiuso in un cofanetto sigillato, con testina e puntina incluse, nella speranza che tra Vega e Orione qualcuno abbia ancora un giradischi che gira a quella velocità. E nell’auspicato caso, che cosa vi troverebbe il nostro simpatico extra-etraterrestre? Una varietà di 115 immagini, un gran numero di suoni naturali (onde, vento, tuoni, il canto degli uccelli e quello delle balene), i saluti in 55 lingue diverse (dall’Accadico alla lingua Wu, quella parlata nella municipalità di Shanghai) e il messaggio dell’allora presidente degli U.S.A. Jimmy Carter e del Segretario generale delle Nazioni Unite Kurt Waldheim. Niente d’interessante, almeno per chiunque abbia ancora in casa (o nella sua navicella spaziale) un Lenco o un Thorens; se non fosse per una singolare compilation musicale, forse la più variegata mai immaginata da mente umana (la quasi coeva “Mixage Inverno 1983” che comprendeva Gazebo, Los Joáo, Cless, Madeleine Uzho è stata evidentemente assemblata da una scimmia, nemmeno particolarmente intelligente). Tanta classica - Bach, Mozart, Beethoven, Stravinsky - molta world music (ante litteram: la canzone della casa dell'uomo della Nuova Guinea, la canzone dell'iniziazione delle donne pigmee, un canto matrimoniale del Perù e così via) un classico del blues di Blind Willie Johnson come "Dark Was the Night, Cold Was the Ground", uno del jazz come "Melancholy Blues" nella versione di Louis Armstrong e gli Hot Seven e uno del rock ‘n’ roll come "Johnny B. Goode" di Chuck Berry (nemmeno un brano dal paese del Bel Canto, un’onta dovuta esclusivamente al fatto che il nostro Presidente del Consiglio all’epoca non aveva ancora inciso il suo immortale album in duo con Apicella). La sonda adesso si sta dirigendo verso la costellazione dell'Ofiuco e tra circa 40.000 anni passerà ad una distanza di circa 1,6 anni luce dalla stella AC+793888. Ma forse una tempesta magnetica interstellare potrebbe modificarne la rotta e farla rientrare lentamente verso la Terra. E chissà che nel 33457 un nostro discendente, con un disco a 16 giri in mano, riesca ad ascoltare stupefatto "Johnny B. Goode". Sempre che non ce l’abbia già ovviamente.
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