lunedì 15 febbraio 2010

BerSanremo



Fino a qualche giorno fa digitando le parole “Bersani” e “Sanremo” in un qualunque motore di ricerca Internet, sarebbe saltata fuori la notizia della partecipazione del cantautore romagnolo Bersani Samuele all’edizione del festival di Sanremo del 2000 (la canzone "Replay", si classificò al 5° posto, ottenendo il premio della critica). Da oggi, grazie al nuovo corso del PD, la pagina di Google si è arricchita di nuovi e irresistibili contenuti: infatti apprendiamo da un’intervista al settimanale "A", diretto dall’ineffabile Maria Latella, che il segretario del primo partito dell’opposizione sarà all'Ariston di Sanremo, insieme a una delle sue figlie, per seguire la finalissima del 20 febbraio. Come se non bastasse la tv democratica “Youdem”, per la prima volta farà un suo dopo-festival. D’altronde, dice il Bersani Pierluigi, “il Pd è un partito popolare, senza snobismi, che va dove c'è la gente. Dove la gente ha dei problemi e soffre. Ma anche dove si diverte”. Ecco, se il Pierluigi si fosse fermato in tempo, avremmo potuto condividere la sua affermazione; impossibile negare in questo caso, che il PD vada dove la gente soffre (altrettanto impossibile negare che spesso è proprio lo stesso partito a mettere in moto i meccanismi della sofferenza). Ma via, credere che la gente a Sanremo si diverta e soprattutto credere che, in questo sciagurato 2010, qualcuno voglia o possa acquistare i biglietti per tutte e 5 le serate (sì, non si può comprare la singola data, se non fuori dall’Ariston in caso di invenduti, ovviamente la sera stessa) al modesto prezzo di 1200 euro per la platea e 590 euro per la Galleria, è veramente un’idea bislacca. O forse l’idea bislacca è quella di credere che la sinistra dovrebbe distinguersi dalla destra, senza inseguirla sullo stesso terreno; e ad esempio presentarsi al Premio Tenco e senza nemmeno annunciarsi. Per dirla con il Bersani Samuele (uno che il Tenco l’ha vinto sempre nel 2000 per l’album "L'Oroscopo Speciale"): Chiedimi Se Sono Felice!

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