lunedì 30 agosto 2010
Un'estate fa
L’estate volge al termine, le località di villeggiatura sono percorse dagli ultimi vacanzieri, zombie che si aggirano, la testa già al lavoro, tra le bancarelle (con gli hippy che vendono collanine che dialogano con l’indiano e i suoi gioielli: “la crisi si sente, non si è venduto niente quest’anno”), mentre le città si ripopolano inesorabilmente. I tour estivi si trascinano stancamente in attesa della rentrée, tutti si preparano ad un autunno forse più caldo dell’estate. L’agosto musicale 2010 ha esploso i suoi ultimi botti con Antonello Venditti che ha finalmente ammesso in un’intervista al Corriere della Sera del 19 agosto di aver visto, all’età di cinque o sei anni, un disco volante: “Un disco grande, avrà avuto un diametro di dieci metri. Nella parte inferiore c'erano tre appendici a forma di ventosa, mentre in alto, dove era visibile una cupoletta che assomigliava a un grande bitorzolo, si notava un oblò...”. Qualche giorno dopo gli ha risposto da par suo Gianna Nannini, annunciando a 54 anni (o 56 dicono i bene informati) di aspettare un figlio (se c’è una relazione tra i due avvenimenti trovatela voi). Per riprendersi non resta che un tuffo nel passato ricordando estati ben più propizie di questa: il 23 agosto 1994 usciva “Grace”, l’unico album di Jeff Buckley (e l’ep precedente, il “Live at Sin-è”, era stato registrato nell’agosto ’93), probabilmente il più importante disco dell’ultimo decennio del secolo scorso. Diciannove anni prima e due giorni dopo, il 25 agosto 1975, sempre la Columbia pubblicava il terzo ellepi di Bruce Springsteen, “Born to run”, trentanove minuti e ventidue secondi che avrebbero consegnato il nostro alla Storia. Per superare la depressione del temporale estivo che sigillerà definitivamente la stagione, vi consigliamo le inevitabili de-luxe edition di entrambi i titoli. Per Buckley una versione estesa del disco originale con l'aggiunta di un cd (che comprende tra l’altro "Forget Her", originariamente esclusa da Buckley per motivi sconosciuti) e un dvd; per il Boss il video di un concerto all’Hammersmith Odeon e un documentario - "Wings For Wheels: The Making of Born to Run" con interviste e materiale d’archivio. Aspettando il 16 novembre per “The Promise: The Darkness on the Edge of Town Story Unveiled” , due cd con 21 canzoni inedite dalle sessioni del secondo disco, uscito l’11 settembre 1973. Ma quella è un’altra data…
lunedì 23 agosto 2010
"Dio è morto. E anch'io non mi sento tanto bene". Sembrava solo una straordinaria battuta di Woody Allen e invece da venerdì 20 agosto, almeno per l'Italia, quella frase è diventata una lungimirante profezia. Da quel giorno, infatti, con il Corriere della Sera o Sorrisi e Canzoni Tv è possibile acquistare con il solito sovrapprezzo "Tutti Nomadi": si tratta di 8 raccolte inedite in cd, 2 dvd live, il tutto corredato da10 esclusivi booklet firmati da Beppe Carletti e Mario Luzzatto Fegiz. Ignoriamo se le raccolte siano inedite solo nella forma - in pratica nella compilazione - o anche nel contenuto: il lancio pubblicitario in proposito è ovviamente ambiguo; ma tant'è, la cosa che più colpisce, è che lo storico quotidiano della borghesia italiana e la rivista ammiraglia della potenza editoriale Mondadori (di cui forse non è superfluo ricordare la clamorosa legge 'ad aziendam' di cui si parla in questi giorni), non siano minimamente turbati dalla convivenza, seppur in allegato, con una da delle icone più classiche della sinistra. A qualcuno il discorso sarà già venuto a noia: ancora con queste divisioni ("che cos'è la destra, che cos'è la sinistra" cantava uno che avendo sposato Ombretta Colli di contraddizioni se ne intendeva), in un'epoca di globalizzazione, di post-tutto, ancora un discorso così 'retro', legato a schemi ormai vetusti e inservibili? Avrete notato che non siamo stupiti dal fatto che i Nomadi abbiano deciso di proporre stancamente il loro repertorio beat-gucciniano in salsa centro sociale con due testate così distanti dal loro vissuto e dal loro raccontato: da qualche anno, dopo la scomparsa della sinistra o dopo l'era Veltroni (che ci sia un legame?), le icone tutte, si sono limitate a tirare a campare, cercando di mettere insieme, ove possibile, il pranzo con la cena. Quello che colpisce ancora una volta è il pragmatismo del capitale (c minuscola please) che non si perita di guadagnare stampando "Auschwitz" e "Dio è morto" con tanto di commento dell'unico membro originario rimasto e del critico italiano dell'establishment. Va tutto bene, per carità, ma almeno "Noi non ci saremo".
lunedì 16 agosto 2010
Racconto di Ferragosto.
Interno giorno. Piove. Il salotto di una casa in una località di mare. La televisione è accesa, a volume basso, su un canale che trasmette video musicali a rotazione. Sul divano un uomo di circa sessant’anni con un ragazzino di circa dodici. In mano ha un vecchio ellepi di Simon & Garfunkel, “Sounds Of Silence”.
(Uomo) - C’era un tempo in cui la musica si ascoltava con questi grandi dischi neri, vedi? Erano incisi su due lati e ogni facciata durava pià o meno àààventi minuti. Il nonno ne aveva tanti, una libreria piena e di ogni genere. Rock, jazz, anche musica classica. Poi quando è morta la nonna e abbiamo venduto la casa, li ho regalati tutti a un amico. Al tuo papà la musica non è mai interessata più di tanto e mi ha detto che in casa non aveva posto e non aveva nemmeno più il giradischi.
(Bambino) - Che cos’è un giradischi?
(U) - Era l’apparecchio con il quale si ascoltavano i dischi.
(R) - Aveva le playlist?
(U) - No, ogni volta che mettevi un disco lo sentivi per intero. Oppure sentivi una canzone, poi lo mettevi a posto e ne prendevi un altro
(R) - Così ci mettevi un sacco di tempo però.
(U) - No, una canzone durava esattamente quanto adesso. O forse noi avevamo più tempo, non so.
(R) - Ma come facevi ad ascoltarli nell’iPod o nel telefonino?
(U) - L’iPod non c’era e nemmeno i telefonini; e se avessi detto a qualcuno di ascoltare la musica per telefono ti avrebbe preso per pazzo. La musica si ascoltava a casa, con l’impianto hi-fi, magari insieme agli amici.
(R) - E come facevi a prestare la musica ai tuoi amici? Quel robo lì non ci sta mica in una chiavetta usb. E nemmeno puoi spedirlo col bluetooth.
(U) - Si prestava il disco; a dire il vero io non li prestavo per paura che non me li restituissero o me li rovinassero.
(R) - Rovinassero?
(U) - Sì, il disco era piuttosto delicato e se si graffiava poi si incantava o saltava addirittura. Però potevi registrarglielo su una cassetta?
(R) - Una cassetta?
(U) - Già, non hai visto mai nemmeno una cassetta vero? Era una piccola scatola di plastica, con del nastro magnetico…
(R) - Scusa, nonno, mi passi il telecomando?
Scende dal divano e alza il volume della tv. Scorre il video di “Alejandro” di Lady Gaga.
(Uomo) - C’era un tempo in cui la musica si ascoltava con questi grandi dischi neri, vedi? Erano incisi su due lati e ogni facciata durava pià o meno àààventi minuti. Il nonno ne aveva tanti, una libreria piena e di ogni genere. Rock, jazz, anche musica classica. Poi quando è morta la nonna e abbiamo venduto la casa, li ho regalati tutti a un amico. Al tuo papà la musica non è mai interessata più di tanto e mi ha detto che in casa non aveva posto e non aveva nemmeno più il giradischi.
(Bambino) - Che cos’è un giradischi?
(U) - Era l’apparecchio con il quale si ascoltavano i dischi.
(R) - Aveva le playlist?
(U) - No, ogni volta che mettevi un disco lo sentivi per intero. Oppure sentivi una canzone, poi lo mettevi a posto e ne prendevi un altro
(R) - Così ci mettevi un sacco di tempo però.
(U) - No, una canzone durava esattamente quanto adesso. O forse noi avevamo più tempo, non so.
(R) - Ma come facevi ad ascoltarli nell’iPod o nel telefonino?
(U) - L’iPod non c’era e nemmeno i telefonini; e se avessi detto a qualcuno di ascoltare la musica per telefono ti avrebbe preso per pazzo. La musica si ascoltava a casa, con l’impianto hi-fi, magari insieme agli amici.
(R) - E come facevi a prestare la musica ai tuoi amici? Quel robo lì non ci sta mica in una chiavetta usb. E nemmeno puoi spedirlo col bluetooth.
(U) - Si prestava il disco; a dire il vero io non li prestavo per paura che non me li restituissero o me li rovinassero.
(R) - Rovinassero?
(U) - Sì, il disco era piuttosto delicato e se si graffiava poi si incantava o saltava addirittura. Però potevi registrarglielo su una cassetta?
(R) - Una cassetta?
(U) - Già, non hai visto mai nemmeno una cassetta vero? Era una piccola scatola di plastica, con del nastro magnetico…
(R) - Scusa, nonno, mi passi il telecomando?
Scende dal divano e alza il volume della tv. Scorre il video di “Alejandro” di Lady Gaga.
lunedì 9 agosto 2010
Dopo che Rosanna Fratello ha finalmente ammesso “Sì, andai a cena con Aldo Moro, amava la musica, apprezzava le mie canzoni e se mi manifestò la sua ammirazione lo fece con la massima discrezione”, possiamo tornare alle comuni occupazioni proprie di noi comuni mortali. Ad agosto si sa, il mondo della musica tira il fiato, almeno dal punto di vista discografico; impazzano i concerti e nelle varie analisi non si capisce se quest’anno siano andati peggio o meglio (“colpa dei Mondiali” dice uno, “c’è la crisi” risponde l’altro). “Repubblica” ha dato ampio spazio all’argomento sfruttando l’occasione della data torinese degli U2, coperta in maniera sospetta (c’erano ancora biglietti …) con tre articoli in successione e addirittura triplo paginone a firma di Roberto Saviano. D’altra parte l’incontro tra chi sta tentando di aumentare la percentuale dei fondi erogati per gli aiuti umanitari al Terzo Mondo e la “Voce che si oppone al Potere” (cito Dal Lago, ma consiglio vivamente di leggerlo: “Eroi di carta” pubblicato da “il Manifesto”) non poteva meritare di meno. La conversazione sfiora vette altissime: "Ho proprio la sensazione che l'Italia sia come un luogo sacro, adoro i particolari italiani: la famiglia, l'aroma del caffé, il collo di una donna, ad esempio” dice il Bardo di Dublino. “Cerco di spiegare perché tutto è così ideologico, perché in Italia spesso sembra esserci una battaglia tra contrade, dove bisogna pensarla in serie, e quasi mai c'è un confronto sui fatti. La cappa delle ideologie anestetizza ogni dialogo come se compromettesse il futuro” risponde la nostra icona. Poi passa Edge che lo ringrazia per essere venuto e la conversazione volge al termine. I due si abbracciano e Saviano torna in auto dove la scorta canticchia "One", la sua preferita. Tutto molto commovente. Noi ci limitiamo a segnalare l’altra data italiana del 360° tour, l’8 ottobre prossimo a Roma: i prezzi sono gli stessi di Torino (“Gli U2 hanno un piccolo problema. Devono dimostrare ogni volta di essere quello che la storia rock degli ultimi decenni gli ha assegnato come ruolo, ovvero la più grande rock band del mondo” scrive Castaldo) e cioè dai 34,50 euro del Secondo Settore Distinti Sud Ovest Numerato ai 287,50 del Prato Red Zone. Avete letto bene: anche lui in fondo, è un uomo e non un santo. “With or without youuuuuuu”….
lunedì 2 agosto 2010
Per non dimenticare
Lunedì 2 agosto 2010; Radio 24 invia un giornalista alla stazione di Bologna per domandare ai giovani di passaggio che cosa sia accaduto in quello stesso giorno, in quello stesso luogo, esattamente trent’anni fa; le risposte sono le più disparate. Una colpisce in particolare: “esce il primo album dei Saxon”. Non so se il ragazzo stia facendo lo spiritoso, ma la sua frase è davvero inquietante. Certo, lui magari all’epoca non era ancora nato e quindi non è solamente un problema di mancanza di memoria storica delle nuove generazioni. A scuola non gliel’hanno insegnato (anche ai nostri tempi si arrivava a stento alla prima guerra mondiale d’altra parte e non credo che le varie riforme succedutesi abbiano migliorato la situazione; peraltro la materia non è mai stata nel programma di studio). Non sorprende tanto l’ignoranza, quanto la mancanza di curiosità, se non proprio il completo disinteresse verso la conoscenza del passato, condiviso o meno. Eppure gli strumenti ci sono e sono tutti a portata di mano: anche se la consultazione di ponderosi e polverosi tomi è stata ormai abbandonata, una qualunque ricerca su Google risolverebbe in pochi minuti ogni tipo di lacuna. Certo, poi va tutto verificato perché il web non è la Bibbia, però insomma, un minimo d’iniziativa sarebbe già un segnale e invece niente: “il 2 agosto 1980 esce il primo album dei Saxon”! Allora riproviamo a mettere ordine: il primo e omonimo album dei Saxon esce il 21 maggio 1979; il 5 maggio 1980 esce il secondo “Wheels of Steel”; quanto al due agosto 1980 se nessuno dei 22 ministri, 9 sottosegretari di Stato alla Presidenza del Consiglio, 4 vice ministri, 25 sottosegretari, riesce ad essere presente alla commemorazione di un strage fascista e di stato come quella della stazione di Bologna, ma perché un ragazzo di vent’anni che ascolta obsoleto heavy metal dovrebbe sapere che cos’è accaduto?
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