lunedì 3 ottobre 2011
Back to the future
Un po' di anni fa un gruppo americano, i Big Daddy, avevano dato alle stampe un disco in cui nel retro di copertina si raccontava la loro improbabile storia: inviati nel Sud Est asiatico nel 1959 per un tour tra le truppe statunitensi, erano stati catturati dai "Comunisti rivoluzionari" e tenuti prigionieri per 24 anni. Tornati in patria si erano ritrovati con la musica completamente cambiata e per sbarcare il lunario non avevano potuto fare altro che provare a interpretare i successi degli anni '80 nell'unico genere che sapevano suonare, il rock 'n' roll. Così "Billie Jean" di Micheal Jackson suonava come "Be-Bop-a Lula e "Dancing in the dark" di Springsteen come un brano di Pat Boone. Ovviamente la storia era una divertente trovata, ma il disco del 1985 - "Meanwhile...back in the States" - un piccolo gioiellino. Immaginate di riprovare oggi a fare la stessa cosa: un gruppo prigioniero, diciamo in Afghanistan dal 1985, ritorna dopo ventisei anni e cosa ritrova: scomparsi i dischi, le cassette e tra poco anche i cd, la musica si ascolta soprattuto nei telefonini o negli iPod, si compone con l'iPad o con Garage band, magari pubblicandola anche in forma di app per iPhone. Ma il suddetto gruppo, una volta trasformato il proprio repertorio in un maneggevole mp3, non avrebbe alcun problema a inserirsi nello show-business come se niente fosse. Anzi, il 'vintage' che emanerebbe dagli strumenti o dai vestiti, non sarebbe che un ulteriore tocco di classe. La musica invece sarebbe perfettamente attuale, tanto poco è cambiata in questi ultimi venticinque anni, come dimostrato dal fatto che Springsteen è sempre lì, Michael Jackson ci sarebbe ancora se non avesse sbagliato medico e Bob Dylan è più o meno da allora in tour senza dare la sensazione di volersi o potersi fermare. E la musica di oggi? Forse da qualche parte sta suonando, ma chissà se nel fragore assordante della contemporaneità, qualcuno riuscirà ad accorgersene.
(Articolo scritto con il sottofondo del primo album di King's Daughters & Sons, "If Then Not When" e anche dei Big Daddy ovviamente)
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