lunedì 26 marzo 2012

Il critico musicale, pt. 2

Premessa: tre settimane fa abbiamo pubblicato la prima parte di questo breve vademecum per critici musicali, descrivendo il comportamento da tenere in occasione della presentazione di un disco. Ora è la volta di un'altra situazione topica, l'ascolto in anteprima di un album. Con la determinante avvertenza che Critico Musicale non si nasce e tantomeno si diventa: ci si considera tale e stop.
Un'importante etichetta predispone l'ascolto in anteprima del nuovo album di un celebre musicista straniero. Siete riuniti in una stanza, in quattro-cinque insieme all'ufficio stampa. Quando questi vi chiederà se desiderate qualcosa dal bar, non trinceratevi dietro un terribile "sono a posto così" o in un socialdemocratico caffè; esagerate senza pietà: "Grazie, sono uscito di fretta e non ho fatto colazione, prenderei una spremuta d'arancia, un cappuccino e un croissant" con l'avvertenza, se siete a Roma, di dire "cornetto". Nell'attesa non fate l'errore di parlare del disco che state per ascoltare, né tantomeno di informarvi di chi avete di fronte. Computate nervosamente il vostro smartphone (niente iPad per favore) o un MacBook Air da 11 pollici. Se vi chiedono come vi trovate, rispondete pure: "È perfetto, leggerissimo, la batteria dura tantissimo, lo metti ovunque" (Anche nel bagagliaio della macchina, ma attenzione perché da lì lo rubano facilmente). Se inoltre qualche sprovveduto vi fa notare che non ha il lettore CD, voi replicate sconcertati che ormai nessuno ascolta più CD, ma solo vinile o mp3. Quando comincia l'ascolto prendete il comunicato che vi siete fatti nel frattempo stampare ("in mezzo a tutte quelle mail ci metto un'ora a ritrovarlo", lasciando intendere che per voi la funzione search è solo un inutile fastidio) e con una stilografica, meglio se con inchiostro 'blu mari del sud', scribacchiate qualcosa a cadenza regolare. Non replicate ai commenti, ma quando individuate la canzone giusta calate una sentenza, lapidaria e tombale. Basta aspettare, in ogni disco oramai c'è almeno una canzone che fa schifo: al commento fate seguire, "questa ai tempi dell'ellepi l'avrebbero lasciata fuori".
Alla fine dell'ascolto ritenervi comunque moderatamente soddisfatto (in genere si tratta di musicisti molto importanti, inutile e affannoso prenderne le distanze). Quando il discorso comincerà a scivolare sui ricordi personali relativi all'artista in questione, quasi a fatica rammentate di quando, molti anni prima (ovviamente abbiate l'accortezza di incrociare con Google date e tournée) lo avete visto negli States (anche se l'artista è inglese), in un piccolo teatro stracolmo durante l'inevitabile viaggio 'Coast to Coast' che avevate fatto affittando una macchina con tre amici (lasciate cadere un "uno è morto di droga, quanti se n'è portati via della mia generazione....").
Da qui trasferitevi ai noti sentieri della malinconia ("un altro Frank Zappa non ci sarà più") e del rimpianto ("in Italia non c'è mai stato un luogo adatto ai concerti rock). Poi riprendete le vostre misere cose e salutando sbrigativamente tutti i presenti scomparite nel nulla da dove siete venuti.

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