In occasione dell'uscita in edicola di A Love Supreme, primo titolo della collezione I Capolavori del Jazz in Vinile, sono andato a riascoltarmi una delle due copie che serbo gelosamente tra i miei scaffali (per la precisione oltre alla prima edizione stereo e alla prima mono ne posseggo altre due in cd, quella con il concerto di Antibes e quella del 2015 in cui sono state aggiunte per la prima volta tutte le take con Archie Shepp). Avevo acquistato quell'ellepi quando avevo sedici anni: arrivato a casa, mentre stavo per collocarlo sul giradischi, mi era scivolato dalle mani frantumandosi a terra; passato lo sgomento non mi era rimasto che racimolare pazientemente le 4.500 lire necessarie al riacquisto per il tanto sospirato ascolto. Insomma per me è un disco particolare, ma ovviamente non è per questo che vi consiglio di correre in edicola; i motivi per cui dovete comprarlo, anche se non avete un giradischi, li trovate qua sotto, in un articolo che scrivevo una quindicina di anni fa sul Corriere Mercantile - che, ahimè, oggi non esiste più - in una pagina curata da Giancarlo Balduzzi, lider maximo di Disco Club - che per fortuna oggi esiste ancora (sia il negozio che Giancarlo). Dico questo perché spero mi perdoni se sto consigliando di andare in edicola a comprare un disco; a pensarci bene, sono sicuro che lo farà, perché lui sa che se scoprirete di non poter vivere senza la discografia di Coltrane, cosa altamente probabile, è sempre a lui che dovrete rivolgervi. E comunque non conosco miglior modo di cominciare il 2019 che ascoltando l'Amore Supremo. Auguri a tutti. Per chi avesse fretta il disco lo trovate tutto qui > https://www.youtube.com/watch?v=ll3CMgiUPuU
Nel 1964 John Coltrane è un musicista affermato: dopo aver lasciato Miles Davis ha inciso per l’Atlantic una serie di album – Giant steps, My favourite things, Olè – di rara bellezza; dal 1961 è sotto contratto per la Impulse – l’etichetta nata per documentare The new wave in jazz! – e il suo gruppo, formato da McCoy Tyner al piano e Elvin Jones alla batteria, con l’arrivo di Jimmy Garrison al contrabbasso ha trovato una definitiva stabilità. In quell’anno a giugno incide Crescent, misconosciuta gemma che preannuncia le sedute del 9 e 10 dicembre durante le quali nascerà A love supreme: in realtà, benché suoni semplicissima all’ascolto, la suite più famosa della storia del jazz è stata elaborata lungamente da ‘Trane’. Il sassofonista ha richiesto il controllo completo dell’opera tanto che l’Impulse A 77 sarà l’unico disco dell’etichetta ad abbandonare il consueto nero e arancio per un sobrio e impeccabile bianco e nero. Le quattro parti di cui si compone la suite sono registrate, da Rudy Van Gelder, praticamente in diretta nella seduta del 9; il giorno dopo il gruppo viene allargato ad Archie Shepp e Art Davis e il sestetto registra un brano che ha visto la luce solo nel 2002 nell’edizione che comprende anche l’unica esecuzione completa dal vivo, ad Antibes nel luglio 1965. A love supreme è un itinerario mistico che parte con una confessione (Acknowledgement), seguita dalla consapevole decisione del cambiamento (Resolution), dalla vigorosa attuazione di quanto affermato (Pursuance) fino alla preghiera di ringraziamento (Psalm) in cui il sax sovrainciso di Coltrane regala momenti di assoluta emozione: un capolavoro del jazz senza dubbio ma anche uno dei dischi che più influenzeranno la scena rock degli immediati anni a venire.