domenica 14 novembre 2010

Beethoven ha solo scritto musica!

E’ di questa settimana l’annuncio che un test nella città di Christchurc in Nuova Zelanda, ha definitivamente comprovato che se “gli altoparlanti diffondono le sinfonie di Mozart, i reati spariscono”. Così recita il titolo apparso su un noto quotidiano nazionale: pazienza se la notizia ricorre sui giornali più o meno ogni sei mesi (alternativamente con le mucche che fanno più latte con Giuseppe Verdi e i neonati che crescono meglio con Charlie Mingus), in concomitanza di pagine pericolosamente vuote nell’imminenza dell’ora di stampa. Poiché lo spazio da riempire era piuttosto ampio, la giornalista ha pensato bene di allungare, chiedendo il parere dell’esperto, il compositore italiano Marco Tutino, che orgogliosamente ricorda quando da direttore del Teatro Comunale di Bologna (in piena epoca Cofferati, tanto per contestualizzare) aveva diffuso musica classica dagli altoparlanti all'esterno con il risultato di allontanare dai portici tutti i gruppetti di vagabondi e punkabbestia che stazionavano lì intorno. Sempre merito di Mozart, “un tale miracolo di perfezione, di simmetrie ed equilibrio” che, evidentemente, nessun barbone è in grado di tollerare per più di dieci minuti. Purtroppo il pezzo s’interrompeva qui, senza fornire ulteriori spiegazioni. Non essendo in discussione il valore della musica del sommo Amadeus, dobbiamo dedurre che alcune categorie di cittadini (o forse sarebbe meglio definirle razze di abitanti del nostro pianeta?) sono talmente abbruttiti nell’anima da riuscire ad ascoltare solo bootleg dei Sex Pistols o interi album dei Sodom, sfuggendo, come fanno i vampiri con l’aglio, tutta la musica restante. Da qui a schedare, finalmente, le persone, oltre che per reddito e modo di vestire, anche per gusti musicali, il passo è veramente breve. Restano alcune categorie ibride per le quali l’analisi richiederà una maggior accuratezza: mia figlia di due anni, ad esempio, non tollera Gerswhin, mentre adora Otis Redding, Stevie Wonder e soprattutto Ludwig Van Beethoven; quest’ultimo, proprio come Alexander DeLarge, il protagonista di “Arancia meccanica”: ricoverarla subito o aspettare i primi sintomi?

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