Mercoledì: per tutto il giorno non si è parlato che di Celentano. Quando accendo Morandi finge di cercarlo, poi Nina Zilli con un vestito colorato, una dozzina di centimetri di tacco e una canzone di Mina di cui non so che dire. Rocco Papaleo continua a non farmi ridere. Su Rete 4 c'è Casino di Martin Scorsese e per Sanremo non restano che i ritagli durante la pubblicità. In uno intravedo Finardi.
Giovedì: vado a teatro. Al ritorno in macchina accendo la radio: Patti Smith ha finito di cantare, Morandi le chiede Because The Night, la Tedeschi spiega a Dotto che l'ha scritta Bruce Springsteen, con l'aria di parlare a un'analfabeta. Lui risponde piccato che il Boss l'ha visto a Dallas nel 1998 e c'erano anche gli Eagles; ha speso 37 dollari e da giornalista (e genovese) se lo ricorda ancora.
Venerdì: 17 febbraio, M'illumino di meno, per Caterpillar (e per qualcun'altro) è la giornata del risparmio energetico. Quando arrivo sul divano sono stanchissimo e so già che durerò poco. Questa sera i cantanti eseguono la canzone in gara con un ospite. Con Eugenio Finardi c'è Peppe Servillo, con Nina Zilli, Giuliano Palma e Fabrizio Bosso. Ma sembra ancora una canzone di Mina. Poi mi addormento.
Sabato: vedo Adriano Celentano e mi sembra un povero vecchio che farnetica, con il cardigan da ospizio e le pantofole di stoffa. Scelgo un film di Alex Infascelli, Il Siero delle vanità. La mattina scorro il televideo: ha vinto Emma, seconda Arisa, terza Noemi. Nina Zilli andrà all'Eurofestival. In tutti i canali si parla di Sanremo, sembra che i soliti idioti abbiano offeso gli omosessuali. La vita continua.
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