Due notizie apparentemente distanti tra loro hanno agitato il placido
mondo della musica italiana: la prima è l’annuale e inesorabile proposta del
Mei, il Meeting delle etichette indipendenti, di un vincolo che preveda una quota
pari al 40% di musica italiana prodotta in Italia, all'interno dei programmi
Radio e Tv. Ne avevamo parlato l’anno scorso (Disco
Mix 187), in occasione della raccolta di firme sulla piattaforma
Change.org (l’iniziativa, lanciata il 14 ottobre 2013, al 28 dicembre aveva già
raggiunto la strabiliante cifra di 1000 firme): le obiezioni che sollevavamo ci
sembrano ancora valide e ragionevoli, per cui non stiamo qui tediosamente a
ripeterle. La novità di quest’anno è il sostegno nientemeno che di Roy Paci,
uno che alla musica italiana ha dato tanto e, legittimamente, si adopera per
restituire quello che ha avuto. La seconda notizia arriva in forma di appello
da Mario Lavezzi che a margine della X Conferenza Internazionale della
Comunicazione Sociale organizzata da Pubblicità Progresso a Milano (un
appuntamento che dà un brivido solo a nominarlo) ha chiamato a raccolta i cantanti
italiani: “Date una mano alla battaglia per la parità di genere”, una campagna
che la Fondazione sta portando avanti per combattere gli stereotipi che
impediscono ancora alle donne di raggiungere la parità con gli uomini. Già, ma
come? Presto fatto: un concorso
per una canzone sul tema riservato (chissà perché?) agli iscritti alla SIAE, ha
visto la partecipazione di ben (!?!) 130 autori e la vittoria della canzone
“Punto su di te”. Ma non basta, e allora prosegue il Lavezzi “chiediamo ora ai
più famosi cantanti italiani di rendersi disponibili a partecipare alla
realizzazione di un videoclip in cui due gruppi di maschi e femmine si
rivolgano l’un l’altro cantando ‘Punto su di te’, la canzone vincente, sul tema
della parità di genere; ancora, ci sentiamo di chiedere loro, conoscendone la
sensibilità sociale, di voler partecipare ad un grande concerto per raccogliere
fondi da destinare a borse di studio per ragazze meritevoli senza mezzi”. Nei
nostri cuori brilla ancora il ricordo di MusicaItalia Per L'Etiopia la cui
versione di ‘Volare’ - era il 1985 – fece impallidire Stevie
Wonder, Ray Charles e Michael Jackson che con Springsteen e qualche altro
disperato avevano partecipato a ‘We Are The World’. Insomma i segnali ci sono,
la musica italiana sta finalmente uscendo dal guado in cui si era impantanata e
finalmente potrà riavere il posto che merita nei nostri cuori e soprattutto
nella programmazione di radio e TV.
PS Le ‘femmine’, come le chiama Lavezzi, con il concerto ‘Amiche per L’Abruzzo’
a dire il vero nel 2009 qualcosa erano riuscite a fare e senza l’aiuto dei
maschi.
PPS Il titolo di questo post non cita il video di ‘Papa Don’t Preach’ in
cui Madonna indossa una maglietta con quella scritta, bensì l’ultimo singolo di
Roy Paci che si esprime in inglese (o in spagnolo) pur rimanendo un musicista
autenticamente italiano, sia ben chiaro!
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