Non mi piace scegliere
i migliori dischi dell’anno; ma Giancarlo (non sapete chi è: vabbè, breve
spiega. Titolare di Disco Club, negozio di dischi in Genova dal 1965, dove io
ho lavorato; sul suo sito articoli e curiosità musicali, scritte da
clienti-amici, amici-clienti e nullafacenti) ogni anno mi viene a prendere per
un orecchio e mi chiede, mi ordina per la precisione, di mandargli la classifica.
E allora lo faccio, anche
se malvolentieri perché non mi piace mettere in fila i dischi che ho comprato,
perché appena ho inviato la lista ritrovo il disco che assolutamente doveva
stare nei primi dieci e che ho dimenticato di mettere, perché i dischi che
scelgo, io che sento soprattutto jazz, in un negozio prevalentemente di rock non li segnala nessuno
e trattandosi di una classifica a punti (dieci al primo, nove al secondo e così
via) i miei preferiti non hanno nessuna speranza di entrare nemmeno nei primi trenta
(per un certo periodo ho fatto due classifiche, una jazz e una rock, così
almeno qualcosa nella seconda si vedeva, poi mi sono stufato).
Però la faccio anche
volentieri anche perché così sono costretto a riprendere dischi che ho comprato
dieci-undici mesi fa e che nemmeno mi ricordo di avere, mi costringo a
riascoltare quelli che hanno lasciato una buona impressione ed provo anche a
rimettere a posto tra le colonne di cd e vinili.
Ma perché tu quanti dischi
compri in un anno?
Boh, 300, 400 chi lo
sa, ma mica è questo il punto no?
E allora da quest’anno
si cambia: ora scriverò tutti i titoli che acquisto in un bel file di Excel,
con una colonna con il voto, così a dicembre sarò preparatissimo; basterà
mettere in ordine per colonna C e via, senza ansie e senza oblii.
Intanto vi segnalo il
primo del 2016, acquistato a Middleburg, in Olanda (Zelanda per la precisione),
in una caffetteria che ha qualche vinile e nel retro una bottega da barbiere.
Vi allego foto con sacchetto ricordo e disco; lo so, è vecchio e non potrà
partecipare al referendum 2016.
Ma non è questo il
punto no?
Steve Coleman - Synovial
Joints
Maria Schneider
Orchestra - The Thompson Fields
Vijay Iyer Trio - Break
Stuff
Ran Blake - Ghost
Tones
Bill Wells & Aidan
Moffat - The Most Important Place In The World
Shilpa Ray - Last
Year's Savage
Fred Hersch - Solo
Tobias Jesso jr – Goon
Father John Misty - I
Love You, Honeybear
D'Angelo & the Vanguard - Black Messiah
P.s. metto solo dischi
che ho e che ho ascoltato; non sono ancora riuscito a comprare i Blur e Paul
Weller è ancora lì sigillato, ma mi piaceva scrivere il suo nome.
Il file di Excel uccide tutta la poesia però.
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