lunedì 21 febbraio 2011

Douce France, cher pays de mon enfance


Dopo il successo della manifestazione del 13 febbraio, da più parti si è auspicata una reiterazione delle iniziative atte a favorire le dimissioni del nostro (?) Primo Ministro. C'è chi ha parlato di riempire le piazze tutte le domeniche, chi ha proposto di preparare un'edizione indimenticabile dell'8 marzo. La maggioranza invece, dopo la giornata "In mutande ma vivi" organizzata da Giuliano Ferrara con grande consenso di pubblico (pagato), ha deciso di contrattaccare in maniera decisa con un evento programmato per il 10 marzo alle ore 21 al Teatro degli Arcimboldi. La discrezione con cui è presentato, sia sul sito del teatro milanese, sia sugli sparuti manifesti affissi sui muri in città, così come la falsa prevendita in atto (tra i 20 e i 45 euro), non inganna l'attento osservatore: non ci troviamo di fronte ad un semplice spettacolo al quale chiunque potrà intervenire. Il prossimo concerto di Mariano Apicella sarà, infatti, lo snodo politico della Seconda Repubblica (o Terza, decidete voi in quale ci troviamo). I meno avveduti potranno credere che quella sera il cantautore napoletano (figlio d'arte di papà Tonino, fan nientepopodimenoche di Peppino Gagliardi e che ha addirittura iniziato la carriera in un ristorante di Abu Dhabi: tutte notizie tratte dalle sue note biografiche) presenterà semplicemente le sue canzoni: quelle dei primi tre album nati dalla collaborazione con Silvio (nel 2003 "Meglio 'na canzone", nel 2006 "L'ultimo amore" e "Napoli nel cuore") e quelle del disco nuovo già annunciato per l'autunno scorso e di cui non si è saputo più nulla ("il disco ha un titolo provvisorio: «Con l'amore si può»; «Se tu non fossi tu» sarà il pezzo di punta della compilation, sarà venduto anche come singolo e con il presidente Berlusconi stiamo pensando anche ad un video"; virgolettato tratto da un articolo apparso su il Giornale in data 29 agosto 2010). Certo, nell'imponente Scala-bis disegnata dalla matita di Vittorio Gregotti, capace di contenere quasi 2.400 persone, risuoneranno le rime di tutti gli immortali successi cofirmati dal duo; ma quando si spegnerà l'eco degli ultimi versi, un improvviso cambio di luci illuminerà il Cavaliere seduto in prima fila, circondato dai suoi più cari amici (Lele, Giuliano, Vittorio, Emilio, per parlare solo degli uomini). Quasi ritroso Silvio ascenderà al palco per un discorso che risveglierà le coscienze della nazione in vista delle imminenti elezioni (o del colpo di Stato, decidete voi). Trionfo finale e, a gran richiesta del pubblico acclamante, ancora una canzone, accompagnato da Mariano e la sua chitarra: "Pigalle", la stessa con cui il nostro Premier si mantenne alla Sorbonna in anni non sospetti. "C'est le grand marché d'amour, C'est le coin où déambulent, Ceux qui prennent la nuit pour le jour... Girls et mann'quins, Gitan's aux yeux malins, Qui lisent dans les mains, Pigalle, Clochards, cam'lots, Tenanciers de bistrots, Trafiquants de coco, Pigalle". Proprio vero, un uomo che si è fatto da solo e che, fin da giovane, sapeva dove sarebbe andato a finire. Bravò Monsieur le President!

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