lunedì 24 maggio 2010

Una chitarra cento illusioni


Nel gennaio scorso le Poste britanniche hanno deciso di ricordare alcuni dischi tra i più popolari degli ultimi 40 anni. La scelta, che ha privilegiato l'aspetto grafico e le copertine (almeno crediamo, visti i titoli) è caduta su "The Division Bell" (Pink Floyd), "Parklife" (Blur), "London Calling" (The Clash), "Led Zeppelin IV" (Led Zeppelin), "Power, Corruption & Lies" (New Order), Screamadelica" (Primal Scream), Let It Bleed" (Rolling Stones), "A Rush Of Blood To The Head" (Coldplay), "The Rise And Fall Of Ziggy Stardust And The Spiders From Mars" (David Bowie), "Tubular Bells" (Mike Oldfield). Per una volta le spesso vituperate Poste Italiane erano arrivate decisamente prima: a novembre 2009, in occasione del Festival Internazionale della Filatelia, in merito a una non meglio precisata Giornata della Musica, avevano emesso tre francobolli celebrativi dedicati a Luciano Pavarotti (€ 0.65), Mino Reitano (€ 1.00), Nino Rota (€ 1.50). Anche in questo caso, ignoti i motivi della scelta. Proviamo a intuire: il primo dato evidente è che sono tutti artisti scomparsi. Non basta: anche Luciano Berio e Rino Gaetano ci hanno lasciato prematuramente, ma di loro non sembra esserci alcuna traccia filatelica. Allora vediamo i curricula: uno ha vinto l'Oscar, uno ha cantato con Graham Nash a Sanremo ed era un grande amico di Mariele Ventre, il terzo ha patteggiato col fisco per saldare un debituccio da 12,91 milioni di euro per alcune «dichiarazioni infedeli» relative agli anni '89-'95. Anche così non si riesce a comprendere i presupposti che hanno condotto all'annullo. Inutile domandarsi poi quale sia stato il principio per il quale Reitano è stato valutato 35 centesimi di euro più di Pavarotti e 50 meno dell'autore della colonna sonora di "Il Padrino". Siamo certi che i filatelici (specie in via d'estinzione, almeno quanto quella degli appassionati delle cassette Stereo 8) forse saprebbero rispondere a questa domanda; noi intanto proviamo a riascoltare "Power, Corruption & Lies" e "The Division Bell" per convincerci a comprare l'intera serie.

lunedì 17 maggio 2010


Time l'ha messa in copertina per il numero speciale della rivista dedicato ai 100 uomini e donne (ma sarebbe più giusto definirli personaggi) più influenti nel 2010 (insieme a Bill Clinton e Drogba, tanto per dare idea della confusione che regna sovrana). Ma, tra i tantissimi i vip accorsi al Lincoln Center di New York per il gran galà dedicato all'evento, lei spiccava per l'assenza. Stiamo parlando di Lady Gaga, nome d'arte di Stefani Joana Angelina Germanotta, 23 anni, un disco all'attivo con un pugno di singoli in cima alle classifiche di tutto il mondo ("Bad romance", tanto per intenderci, è la colonna sonora degli osceni spot Tim con Christian De Sica e Belen vestiti da poliziotti). Il Venerdì di Repubblica, che non è secondo a nessuno, l'ha piazzata in copertina lo scorso 14 maggio, con una foto in cui appare seminuda, ricoperta da ritagli di giornale (se volete trovare un legame con la prima cover dei Sex Pistols, accomodatevi pure). All'interno nove pagine nove, con un articolo di Gianni Santoro, un confusa riflessione pseudo-filosofica di Angelo Aquaro - un 'backstage' dell'intervista che le aveva dedicato su Repubblica il 31 ottobre 2009 - ed una sorta di saggetto storico ad opera di Brendan Sullivan, nome d'arte DJ VHL, suo collaboratore e amico dai tempi in cui entrambi bevevano vino scadente in un appartamento vuoto, fantasticando sul futuro (per la precisione la signorina è di buona famiglia, ha studiato nel costosissimo istituto privato cattolico Convento del Sacro Cuore, lo stesso di Paris Hilton e questo forse spiega molte cose). Scopriamo che il suo idolo è la mamma (ah, le origini italiane) e quando suo padre ha dovuto fare un intervento al cuore non ha esitato a cucinargli un po' di pasta al dente e a portargliela in ospedale. Adora inoltre Madonna, di cui è molto amica, tanto da inscenare un litigio con bacio saffico al Saturday night live (video a bizzeffe su You Tube); e da clonarla musicalmente fino alla noia. Resterebbe da capire perchè la gente compri o scarichi le sue canzoni; tutta roba che si potrebbe ascoltare riesumando dalle tasche laterali della macchina o da sotto il rack dello stereo, qualche cassetta di Den Harrow o di Sabrina Salerno o di una di quelle compilation anni '80 tipo Mixage. D'altra parte i comportamenti della "ggente" restano un mistero in ben altre situazioni; così come le scelte editoriali di importanti e prestigiosi settimanali. "All we hear, is radio ga ga, Radio blah blah, Radio what's new?" (Quest'articolo è stato scritto ascoltando in cuffia la torrenziale edizione de luxe di "The fame" di Lady Gaga; vi preghiamo di tenerne conto al momento del giudizio).

martedì 11 maggio 2010


"Arrivò inaspettato il suono di una pianola. Riconobbi subito le note di quella canzone (...) Tra le fessure degli scuri potevo vedere via Cantoni deserta e la pianola di legno nero in un mare di luce abbagliante. Alcune operaie di una bottega artigiana stavano sedute sul gradino dell'ingresso, nel filo d'ombra della parete, a guardare due di loro che si erano messe a ballare". Inizia così "Ragazzo della Bovisa", un libro di Ermanno Olmi pubblicato nel 2004 e tratto da un progetto cinematografico interrotto per motivi di salute (la musica e la danza aprivano anche un suo bellissimo film di quarant'anni prima, "I fidanzati", con una lunga scena ambientata in una balera di periferia). Più avanti nel racconto, quando il giovane protagonista è sfollato in una colonia al lago per sfuggire ai bombardamenti della guerra, la musica ritorna, con i ragazzi che scrivono sotto dettatura di un compagno le parole di "Ma l'amore no" per poi cantarla tutti insieme (se volete risentirla, ma non vi piace la versione di Beniamino Gigli, sul web si trova una recente versione di Mike Patton, sì, il cantante dei Faith No More, con orchestra dal vivo). Sono ritratti di un'Italia popolare che forse non esiste più; (sicuramente non esiste più un popolo italiano, ma questo è un altro discorso). Invece la musica ha progressivamente aumentato la sua presenza, fino a diventare pressoché ossessiva in ogni contesto pseudo-sociale. Solamente, non scegliamo più quello che vogliamo ascoltare, ma lo subiamo, più o meno passivamente. Sfortunatamente la profezia di Brian Eno non si è verificata: l'ambient intorno a noi è cacofonia che ci rincorre, con canzoni che suonano come jingle pubblicitari e videoclip che ci scrutano dai luoghi più impensati. Un vero incubo orwelliano, in cui il Big Brother non ha la voce di Janis Joplin, ma lo squittio sardonico di Maria De Filippi; e le mostruose fattezze di tutti i figli dei Pooh!

lunedì 3 maggio 2010

La canzone intelligente


"Cosa ci vuole, chissà, per far successo con la gente, si prende un filo logico... importante, la casa discografica adiacente, veste il cantante come un deficiente, lo lancia sul mercato... sottostante". Ed oggi, per il lancio di un nuovo disco, come si comportano i maghi della Comunicazione? Vediamo: si parte qualche mese prima con un po' di rumors (l'inglese è d'obbligo); in pratica si lasciano trapelare voci che annunciano l'Artista in sala di registrazione, in gran segreto, in un castello scozzese (ma va bene anche una fattoria pugliese). Le notizie si rincorrono sul web, possibilmente 2.0, che il vecchio nessuno sa più dov'è. Nel frattempo la casa discografica pubblica un patinato dvd, dopo il best in doppio cd con cui si è tenuto vivo il ricordo nei tre anni precedenti. Il sito ufficiale a questo punto deve tacere; per parlare si usa il canale multimediale per i fan, dove far sgocciolare news, contenuti esclusivi, foto, diari di bordo e tutto quanto può servire alla bisogna. Un paio di mesi prima della data fissata per la pubblicazione, magari in occasione, del compleanno di The Artist Formerly Known as... , si ripubblica, ovviamente aggiornata, la biografia ufficiale della rockstar. Quando si arriva al lancio del singolo in tutte le radio, con video in tutte le Mtv, si aggiunge un comunicato stampa per annunciare che il brano è già primo nei titoli italiani scaricati da iTunes (nessuno controlla e poi la notizia dura un giorno). Come corollario si può rendere disponibile un'applicazione per iPhone intitolata al nostro eroe (fa chic e non impegna) e per i fan in ritardo tecnologico un servizio sms (a pagamento ovvio), con notizie in anteprima e informazioni. Il tutto capillarmente postato sulla pagina fan di Facebook . Infine la conferenza stampa, da programmare in contemporanea all'uscita di un'intervista esclusiva per un settimanale (Vanity fair per esempio) e un'altra esclusiva per un mensile (tipo XL), al quale il nostro si racconta nei suoi momenti più privati e nascosti, facendo trapelare anche un episodio doloroso; meglio aggiungere anche una dichiarazione-scandalo, del tipo un'accusa ai colleghi pronti a tutto pur di stare sul giornale - guardandosi bene dal fare nomi - dichiarando orgogliosamente che il Nostro il suo disprezzo se lo tiene dentro e, anzi, segnalando gli artisti a Lui più cari (orientarsi su icone intoccabili stile Guccini, De Gregori e Paolo Conte). Poi passare all'incasso; per ballare sul mondo, va bene qualsiasi musica.

Un Amore Supremo

In occasione dell'uscita in edicola di A Love Supreme, primo titolo della collezione I Capolavori del Jazz in Vinile, sono andato a ria...