lunedì 5 settembre 2011

Music voyager


Il 5 settembre 1977 la sonda spaziale Voyager 1 veniva lanciata da Cape Canaveral. Lo scorso agosto, poco prima di compiere trentaquattro anni e dopo aver sfiorato Giove e Saturno, abbandonava il Sistema Solare per inoltrarsi nella Via Lattea nella speranza di incontrare una qualunque forma di vita aliena alla quale far ‘ascoltare’ il "Golden record", un disco che custodisce gelosamente al suo interno. Si tratta di un ellepi di rame placcato in oro, inciso a 16 giri e chiuso in un cofanetto sigillato, con testina e puntina incluse, nella speranza che tra Vega e Orione qualcuno abbia ancora un giradischi che gira a quella velocità. E nell’auspicato caso, che cosa vi troverebbe il nostro simpatico extra-etraterrestre? Una varietà di 115 immagini, un gran numero di suoni naturali (onde, vento, tuoni, il canto degli uccelli e quello delle balene), i saluti in 55 lingue diverse (dall’Accadico alla lingua Wu, quella parlata nella municipalità di Shanghai) e il messaggio dell’allora presidente degli U.S.A. Jimmy Carter e del Segretario generale delle Nazioni Unite Kurt Waldheim. Niente d’interessante, almeno per chiunque abbia ancora in casa (o nella sua navicella spaziale) un Lenco o un Thorens; se non fosse per una singolare compilation musicale, forse la più variegata mai immaginata da mente umana (la quasi coeva “Mixage Inverno 1983” che comprendeva Gazebo, Los Joáo, Cless, Madeleine Uzho è stata evidentemente assemblata da una scimmia, nemmeno particolarmente intelligente). Tanta classica - Bach, Mozart, Beethoven, Stravinsky - molta world music (ante litteram: la canzone della casa dell'uomo della Nuova Guinea, la canzone dell'iniziazione delle donne pigmee, un canto matrimoniale del Perù e così via) un classico del blues di Blind Willie Johnson come "Dark Was the Night, Cold Was the Ground", uno del jazz come "Melancholy Blues" nella versione di Louis Armstrong e gli Hot Seven e uno del rock ‘n’ roll come "Johnny B. Goode" di Chuck Berry (nemmeno un brano dal paese del Bel Canto, un’onta dovuta esclusivamente al fatto che il nostro Presidente del Consiglio all’epoca non aveva ancora inciso il suo immortale album in duo con Apicella). La sonda adesso si sta dirigendo verso la costellazione dell'Ofiuco e tra circa 40.000 anni passerà ad una distanza di circa 1,6 anni luce dalla stella AC+793888. Ma forse una tempesta magnetica interstellare potrebbe modificarne la rotta e farla rientrare lentamente verso la Terra. E chissà che nel 33457 un nostro discendente, con un disco a 16 giri in mano, riesca ad ascoltare stupefatto "Johnny B. Goode". Sempre che non ce l’abbia già ovviamente.




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