domenica 10 gennaio 2010

La musica che gira intorno parte 1

Sfido qualunque appassionato di musica a negare di aver compilato, una volta nella vita, una classifica, una lista, un elenco dei suoi dischi preferiti, dell’anno, di tutti i tempi, dei gruppi con due chitarristi, una batteria e un liuto. E questo, molti anni prima che Nick Hornby regalasse al fenomeno un fascino letterario, sdoganandolo di fronte agli occhi dei normali (d’altra parte non sarà un caso se la rivista Billboard già nel 1894 si occupava dei maggiori successi del burlesque, del vaudeville e dei minstrel shows). A cosa servono? Quelle di vendita a decidere quali dischi ascolteremo alla radio (e con il perverso sistema del “music control”, un marchingegno che registra attraverso un sistema di ‘impronte’ digitali le canzoni trasmesse, a trasformare l’etere radiofonico in un’ininterrotta hit parade che alimenta se stessa). Le altre, come quella che trovate sul nostro sito con i dischi che ci e vi sono piaciuti di più nel 2009, a niente, come tutte le cose davvero interessanti. Ma visto che c’è - pur nella sua provvisorietà poiché i voti stanno ancora arrivando – si può provare ad analizzarla per fare un po’ di sociologia spicciola (ne esiste un’altra?). Scorrendo i titoli non si può far a meno di notare che le preferenze si concentrano su grandi vecchi come Dylan, anziani che invecchiano bene, come Morrissey, Madness e Pearl Jam, naviganti di lungo corso come Antony e Wilco. E le nuove leve? Sparpagliate su innumerevoli titoli (già 250 i dischi votati!), forse il riflesso di un ascolto sempre più parcellizzato: come dire che una volta chi sentiva musica comprava generi diversi, mentre negli ultimi quindici anni ognuno ha il suo angolo di cielo dal quale difficilmente si scosta. O ad essere più brutali: si ascolta solo quello che si conosce e gli altri si arrangino pure. Certo non siamo che un campione ristretto e per niente omogeneo, una vera e propria minoranza insomma; ma resta la sensazione che la funzione sociale della musica sia definitivamente mutata (to be continued)…

1 commento:

  1. io, da buon maniaco di classifiche, dico che possono servire come consiglio per segnalare alcuni artisti
    e anche, più egoisticamente, per definire cosa ci piace e cosa invece no

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