giovedì 21 gennaio 2010

La musica che gira intorno parte 3 (fine)


Scrive Gino Castaldo nel suo libro edito da Einaudi, "Il buio, il fuoco, il desiderio": "in realtà ancora non esiste la musica di oggi". Vero. Down Beat, la bibbia americana del jazz che non esita a recensire anche il rock, nel suo ultimo numero ha riassunto i dischi che negli anni '00 hanno meritato le fatidiche cinque stelle: su 112 titoli, la metà sono ristampe. Così infuriano i dibattiti su cosa si debba fare oggi con la musica di ‘vecchi’ come Dylan e Morrissey e di ‘nuovi’ come Them Crooked Vultures, un riuscito incrocio tra Led Zeppelin e Nirvana. A rovesciare il problema forse si trova la soluzione: ma l'oggi vuole una sua musica? Evidentemente no, bastano gli infiniti relitti del passato, che continueranno a galleggiare nell’incommensurabile spazio offerto dalla Rete per i secoli dei secoli, a disposizione di qualcuno che si decida a scaricarli (per riporli in un hard disc gigantesco; ad ascoltarli c’è sempre tempo). É anche la definitiva dimostrazione che la musica ha completamente perso la sua funzione sociale; o per dirla nuovamente con le parole di Castaldo “ha smesso di essere quella che è stata per un periodo enormemente lungo”. Ma sarebbe ingeneroso o presuntuoso immaginare la musica come un valore assoluto, impassibile e impermeabile a quello che gli accade intorno: in realtà, per la gioia di Jacques de Chabannes de Lapalisse, è la società ad essere cambiata e la musica non ha fatto che adeguarsi (nel peggiore dei modi); così non resta che rassegnarsi a cercare nei meandri più reconditi e inaspettati la musica dell’oggi. Consapevoli che sicuramente “The revolution will not be televised” (come cantava Gil Scott-Heron, uno di cui parleremo presto, perché dopo anni di silenzio sta per uscire il suo nuovo inaspettato album, “I’m new here”); ma che molto probabilmente non sarà nemmeno la musica a occuparsi di annunciare la prossima rivoluzione. Ammesso che via sia qualcuno interessato a farla.

1 commento:

  1. Oh, è finito?!
    Che peccato, speravo fossero minimo 18 pezzi.
    Ci avevo preso molto gusto.
    Quel gusto, proprio quello (della musica che ci pare e piace).
    V.

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