lunedì 8 novembre 2010

Viva la Rai


Che la Rai sia ormai in fase di smobilitazione, in attesa solo di un provvedimento in stile Alitalia che la smantelli definitivamente, è cosa ormai nota da tempo (tanto che, come nota Antonio Dipollina nella sua nuova rubrica su Repubblica.it “Raiuno non ha uno straccio di programma da mandare il sabato in prima serata. Dicasi il sabato in prima serata. Tanto che stanno andando le repliche di Don Matteo”). E non ci vuole nemmeno un novello Talleyrand per capire a chi faccia comodo favorire questa deriva. Dal punto di vista musicale, l’abdicazione ai doveri di servizio pubblico è sostanzialmente già avvenuta: restano solo alcune isolate oasi in ambito radiofonico, su Radio 2 (giusto qualche concerto rock e qualche trasmissione estiva o notturna che sfugge alle attenzioni del direttore) e soprattutto Radio 3; televisivamente parlando, il panorama pencola tra seienni che cantano “I will survive” in prima serata, X-factor e un ininterrotto sottofondo stile ‘piano-bar Billionaire’. Poi c’è il fiore all’occhiello dell’azienda di viale Mazzini, il festival di Sanremo. Se ne parla quasi ininterrottamente tutto l’anno, da quando finisce, con le controversie sugli ascolti e il basso livello della musica proposta, d’estate, con le prime rivelazioni sulla conduzione, d’autunno con le prime indiscrezioni sulle partecipazioni e gli ospiti. Tutto sgocciolato con competente sapienza, tanto da far credere che l’evento esista davvero e non sia una pura proiezione mediatica che alimenta se stessa. Ovviamente si aggiunge anche qualche polemica creata ad hoc o anche involontaria: difficile capire a quale categoria appartenga l’ultima in ordine di tempo, l’ipotesi di far cantare nel corso delle serate l'inno partigiano “Bella Ciao” e quello fascista “Giovinezza”. I due titoli sono trapelati a margine della conferenza di presentazione del regolamento, con il conduttore Gianni Morandi e il direttore artistico Gianmarco Mazzi, che si sono bypartisanamente divisi i compiti. Come se non bastasse è poi arrivato l’intervento del direttore della prima rete Rai, Mauro Mazza, che si è detto d'accordo sulla scelta delle canzoni citate, aggiungendo - lasciateci immaginare su quale input - che a lui “viene in mente anche Va' pensiero perchè Sanremo deve ripercorrere la storia intera, senza censure e senza cesure”. Fortunatamente sono bastate ventiquattro ore per far rientrare l’iniziativa (sottintendo peraltro l’idea revisionista che le due canzoni abbiano lo stesso significato): segnaliamo l’invito di 'Libertà e Giustizia', l’associazione presieduta da Sandra Bonsanti con Gustavo Zagrebelsky, a spegnere Sanremo per tutta la durata del festival: “L'anno scorso i Savoia, quest'anno il Duce, è una coincidenza?".
No, è la Rai, di tutto, di più.


Nessun commento:

Posta un commento

Un Amore Supremo

In occasione dell'uscita in edicola di A Love Supreme, primo titolo della collezione I Capolavori del Jazz in Vinile, sono andato a ria...