lunedì 13 dicembre 2010

Michele, musica da intenditori


Avevo circa dodici anni, primi anni '70 dunque, e un giorno sì e uno no, a volte da solo, a volte con qualche amico, mi recavo con l'autobus in via Pre. Senza alcun timore - allora la strada era un susseguirsi di pescherie, macellerie, salumerie, intervallate da banchetti che vendevano sigarette di contrabbando, accendini e forse anche altro - mi dirigevo verso un paio di banchetti che mostravano la loro merce proprio sopra il vecchio mercatino, adagiati su una balconata che in tempi remoti affacciava sul mare il Palazzo Reale. Oltre ad una serie di grandissimi orologi dorati, faceva bella mostra di sé, un lunghissimo allineamento di musicassette. A quell'epoca non avevo ancora un giradischi e comunque i prezzi dei vinili non erano alla portata della mia magra tasca, provvista solo di una paghetta settimanale e di qualche regalo extra, da dividere peraltro con le squadre del Subbuteo (carissime anche loro) e i fumetti. Così non restava che ripiegare sulle cassette, per di più false. Allora pensavo che fossero false perché registrate da quelle vere e poi messe in vendita a prezzo calmierato; a volte era così, altre invece, erano gruppi misteriosi (adesso si chiamerebbero pomposamente cover-band), di cui si trovava il nome in piccolo da qualche parte, che rieseguivano impeccabilmente le versioni originali. Tanto per fare un esempio, per un paio di anni ho adorato l'assolo di George Harrison di "All my loving", salvo scoprire che a rifarlo nota per nota era un oscuro strumentista di un gruppo olandese di cui avevo comprato addirittura due cassette (che purtroppo non ho conservato). Ho ripensato a questo episodio quando ho letto del nuovo disco di Michael Jackson, intitolato banalmente, ma forse ironicamente "Michael", la cui veridicità è stata messa in discussione dai suoi stessi familiari: infatti i parenti, furiosi, affermano che quello che canta su alcuni dei brani in realtà non sarebbe Michael appunto, ma un bravo imitatore. Ascoltando il disco si resta un po' perplessi, ma visti i miei precedenti non sono certo la persona più indicata per decidere se la voce sia autentica o contraffatta; di certo i dieci brani avrebbero meritato una tranquilla sepoltura, ma si parla di un affare da oltre 140 milioni di euro e questo spiegherebbe qualche forzatura. Però qualche anno fa, in via Pre, avrebbero avuto la decenza di scrivere in piccolo qualcosa del tipo "canta Michele il figlio di Giacomo".

1 commento:

  1. falsa o vera che sia la voce di michael, questo disco purtroppo è davvero mediocre

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