lunedì 10 ottobre 2011

Un bel tacer

Ci sono musicisti che hanno smesso di suonare dopo un disco, alcuni dopo tre, altri che si ritirano e poi miracolosamente riappaiono, pochi che, fortunatamente, non smettono mai. Ovviamente tutto questo succede all'insaputa del soggetto in questione: per intenderci, Tim Buckley non ha mai saputo di aver inciso l'ultimo album nel 1970 (era "Starsailor") così come Neil Young è all'oscuro di essere stato a riposo tra il 1980 e il 1985; e via così. Ci sono poi i musicisti consapevoli, che coscientemente comunicano il loro ritiro: è capitato a Ivano Fossati (con qualche anno di ritardo a dir la verità, rientrando nel caso di chi aveva già smesso senza rendersene conto), che ha scelto la canonica intervista a "Che tempo che fa" per l'annuncio, giusto in occasione dell'uscita del suo ultimo "Decadancing". Tanto che c'era. nel corso della trasmissione ha presentato anche il libro "Tutto questo futuro", edito da Rizzoli per la modica somma di 40 euro, uscita ampiamente anticipata dal settimanale del Corriere della Sera "Sette" con ampi stralci in anteprima. La notizia del ritiro, che tanto ha scosso l'ineffabile Fazio, è stata poi ampiamente ripresa da tutti i quotidiani italiani, insieme alle date del tour che debutta da Milano il 9 novembre, fino agli inizi di dicembre e poi una seconda parte a gennaio e febbraio 2012. Nel frattempo un po' di presentazioni del libro, tra cui una la settimana scorsa a Roma con Ernesto Assante che, nel suo blog, ha sottolineato il gesto che "in un paese come il nostro, dove nessuno si dimette mai, è comunque ammirevole". Premesso che non abbiamo ascoltato il disco (che, per sicurezza, contiene un brano che si intitola proprio come il libro, "Tutto questo futuro") e detto che siamo certi della sincerità del cantautore genovese (in una conferenza stampa il giorno dopo ha ribadito che "se dovessi scrivere qualche canzone che merita di uscire dal cassetto, magari telefonerò a qualche amico" e "se tra cinque anni un artista mi chiedesse un assolo di chitarra gli direi di si, ma di cantare non se parla"), avremmo preferito che l'annuncio non arrivasse con tutto questo clamore. Ivano avrebbe potuto evitare di dirlo a uno sgomento Fabio, avrebbe potuto evitare di lanciare un disco, un libro e un tour tutto insieme. Lui, forse avrebbe potuto scegliere di dirlo nel bel mezzo di un mese qualunque, senza dover promuovere niente, senza chiasso, così come ci saremmo aspettati da chi, proprio nella seconda canzone dell'ultimo disco, ci ricorda che "Quello che manca al mondo, è un poco di silenzio".

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