sabato 9 gennaio 2016

Metto Checco Zalone nel titolo, ma il post parla dei miei dischi 2015

Non mi piace scegliere i migliori dischi dell’anno; ma Giancarlo (non sapete chi è: vabbè, breve spiega. Titolare di Disco Club, negozio di dischi in Genova dal 1965, dove io ho lavorato; sul suo sito articoli e curiosità musicali, scritte da clienti-amici, amici-clienti e nullafacenti) ogni anno mi viene a prendere per un orecchio e mi chiede, mi ordina per la precisione, di mandargli la classifica. 

E allora lo faccio, anche se malvolentieri perché non mi piace mettere in fila i dischi che ho comprato, perché appena ho inviato la lista ritrovo il disco che assolutamente doveva stare nei primi dieci e che ho dimenticato di mettere, perché i dischi che scelgo, io che sento soprattutto jazz, in un negozio prevalentemente di rock non li segnala nessuno e trattandosi di una classifica a punti (dieci al primo, nove al secondo e così via) i miei preferiti non hanno nessuna speranza di entrare nemmeno nei primi trenta (per un certo periodo ho fatto due classifiche, una jazz e una rock, così almeno qualcosa nella seconda si vedeva, poi mi sono stufato). 
Però la faccio anche volentieri anche perché così sono costretto a riprendere dischi che ho comprato dieci-undici mesi fa e che nemmeno mi ricordo di avere, mi costringo a riascoltare quelli che hanno lasciato una buona impressione ed provo anche a rimettere a posto tra le colonne di cd e vinili. 
Ma perché tu quanti dischi compri in un anno?
Boh, 300, 400 chi lo sa, ma mica è questo il punto no?
E allora da quest’anno si cambia: ora scriverò tutti i titoli che acquisto in un bel file di Excel, con una colonna con il voto, così a dicembre sarò preparatissimo; basterà mettere in ordine per colonna C e via, senza ansie e senza oblii.
Intanto vi segnalo il primo del 2016, acquistato a Middleburg, in Olanda (Zelanda per la precisione), in una caffetteria che ha qualche vinile e nel retro una bottega da barbiere. Vi allego foto con sacchetto ricordo e disco; lo so, è vecchio e non potrà partecipare al referendum 2016.
Ma non è questo il punto no?

Steve Coleman - Synovial Joints
Maria Schneider Orchestra - The Thompson Fields 
Vijay Iyer Trio - Break Stuff
Ran Blake - Ghost Tones 
Bill Wells & Aidan Moffat - The Most Important Place In The World
Shilpa Ray - Last Year's Savage
Fred Hersch - Solo
Tobias Jesso jr – Goon
Father John Misty - I Love You, Honeybear
D'Angelo & the Vanguard - Black Messiah


P.s. metto solo dischi che ho e che ho ascoltato; non sono ancora riuscito a comprare i Blur e Paul Weller è ancora lì sigillato, ma mi piaceva scrivere il suo nome.

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