mercoledì 11 novembre 2009

This is it

Dal 25 giugno scorso ha venduto oltre 6 milioni di cd negli Stati Uniti e 8 nel mondo; nelle sale italiane è appena uscito il film This is it; dal 26 novembre al Teatro Ventaglio Smeraldo di Milano, arriva Thriller Live, il musical che ne celebra la carriera, dagli inizi con i Jackson 5, passando per Off the Wall, fino alla consacrazione definitiva; e già si parla di 70 canzoni incise e mai pubblicate. Insomma dal giorno della sua ancora misteriosa scomparsa, per Michael Jackson è iniziato il caratteristico percorso celebrativo che tocca in sorte alle star dello show business (e non solo). Gli effetti sono molteplici: elaborazione del lutto per i fan e le eventuali vedove inconsolabili, rimozione pubblica delle discutibili scelte di vita (in questo caso c’è solo l’imbarazzo della scelta, dalla presunta pedofilia ai disastri finanziari, dai matrimoni a dir poco singolari all’ossessione per la bianchitudine fino all’amicizia con Liz Taylor), un bel po’ di denaro fresco per i fortunati detentori dei diritti del catalogo e il rifiuto definitivo ed insormontabile della musica, da parte dei molti allergici all’agiografia. Peccato per questi ultimi, perché This is it, regia di Kenny Ortega – il backstage della preparazione di quello che avrebbe forse dovuto essere il suo ultimo show, le ormai celebri 50 date londinesi - è uno dei migliori film musicali di sempre. Faraonico nel suo impianto e in ogni suo fotogramma, dalle sequenze del casting (una via di mezzo tra Fame e A chorus line) alle nuove sequenze 3D di Thriller, dal montaggio di Smooth Criminal dove appaiono Rita Hayworth a Humphrey Bogart alla sfilata di hit che Sufjan Stevens non riuscirà a scrivere in venti vite, il film non rivela né svela alcunché su Jackson (nonostante il fuorviante sottotitolo italiano prometta “L’uomo come non l’avete mai conosciuto); ma dice moltissimo sullo straordinario talento di un artista di cui resta il vago sentore di una malinconica e tragica solitudine.

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