lunedì 17 gennaio 2011

XL: la musica è finita


L’edicolante me lo porge insieme a Repubblica; per una volta accetto l’inserto volentieri, anche se in copertina l’ovale di David Bowie post Ziggy Stardust (sguardo patetico e, forse all’epoca, ambiguo) non invita certo alla lettura. Si tratta del numero di gennaio di XL, il mensile ‘giovane’ del gruppo Editoriale L’Espresso s.p.a., un colosso che comprende quotidiani, settimanali, radio (Capital, DeeJav) e anche un accenno di TV, nel poco etere rimasto disponibile. Lo sfoglio distrattamente scorrendo la posta dei lettori, le ultime da New York, Londra e Berlino (la città cool del momento), gli editoriali delle firme di pregio: Bruce Sterling, Carlo Lucarelli, Niccolò Ammaniti, Mika, Carmen Consoli, il Trio Medusa. Poi parte la sezione Volume, che contiene classifiche, film, fumetti, libri, videogame e in ultimo Glam, la parte del giornale dedicata al fashion. Fine. A parte il profluvio di termini anglo-sassoni e la mancanza della basilare rubrica dello psicologo, sembra tutto normale. Almeno all’apparenza. Qualcosa non torna però. Lo risfoglio tutto, partendo dal fondo. Scopro la rubrica dei motori, che mi era sfuggita, ma non è certo lei che allevia un disagio cui non so dare risposta. Mi soffermo sulla recensione del bellissimo libro dedicato alle copertine black anni ’70 (Funk & Soul covers, Taschen, 29,99 euro: consigliatissimo) e vengo fulminato da un’illuminazione: in XL ci sono i protagonisti (rigorosamente divisi per pubblico: Bowie dedicato ai suoi coetanei sessantaquattrenni, i Grunge years per i trentacinque-quarantenni, i White Lies e i Quintorigo con Juliette Lewis per i ragazzi di oggi), ci sono le canzoni, i video, la playlist (sempre curiosa, di Emiliano Corretti), le copertine, le foto, ma mancano i dischi. Lo riguardo dall’inizio, ancora una volta: leggo ancora qualche articolo, ma non trovo traccia dello ‘scuro’ oggetto desiderio: il disco e non nel senso del vinile, figuriamoci, è scomparso o, per essere più precisi, è svanita nel nulla la recensione. Da sempre erano quelle venti/trenta righe a rappresentare il vero fulcro attorno al quale ruotava la rivista musicale, fosse Ciao 2001, Gong o Muzak, il luogo dove si consumavano misfatti, si collezionavano topiche, si scoprivano talenti, le prime pagine ad essere febbrilmente sfogliate per scovare il disco che avrebbe cambiato la nostra vita. Ora tutto questo non c’è più. Certo, in molte altre riviste la recensione continua a imperare, anzi le pagine dedicate si sono addirittura moltiplicate; ma se l’inserto musicale del principale quotidiano italiano decide di rinunciare alla recensione del disco/cd vuol dire che omai la musica si è definitivamente smaterializzata, ritornando in fondo alla sua dimensione originaria. Riprendo XL in mano; in una delle prime pagine, vicino al colofon, dove stanno i nomi di quelli che la rivista la fanno (ciao Flavio), c’è la pubblicazione delle sentenze della Procura di Roma contro Mansour Sambon, Modou Sow, Ndiaye Mamadou, Sow Thierno. Arrivati tutti dal Senegal, sono stati giudicati e condannati per aver venduto cd falsi: è l’unica traccia rimasta del nostro amato oggetto; per le recensioni invece, rivolgersi altrove.

2 commenti:

  1. Ciao, vorrei segnalarvi che Matteo Macchioni, un tenore che ha partecipato nel 2010 ad "Amici" ha appena fatto uscire il suo singolo "Trasparente", scritto da Pacifico. Potete ascoltarlo qui: http://www.youtube.com/watch?v=_g42QLsOVNM&NR=1

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  2. nooo, hanno davvero tolto le recensioni? ma come si fa??

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