lunedì 16 maggio 2011

Jazz or not to Jazz


Per circa cinque anni ho lavorato in un negozio di dischi dedicato al jazz e ai vinili usati di ogni genere; spesso capitava qualcuno che, con l’aria più naturale del mondo, mi poneva la più temuta delle domande: “Vorrei cominciare ad ascoltare il jazz, mi consiglia un disco?”. Caparbiamente cercavo di approfondire l’argomento, domandando quali generi ascoltasse l’incauto postulante, spiegando che il jazz racchiude una molteplicità di musiche, anche molto diverse tra loro, che bisognerebbe forse partire da qualcosa che si è già ascoltato e che ci ha colpito e poi da lì proseguire per collegamenti e connessioni. Tutto vano, l’acquirente insisteva irremovibile: “Sì, va bene, ci sarà un disco però che bisogna assolutamente avere?”. Sì, diceva avere e non ascoltare, ma pur sussultando nel mio intimo e non essendo un autentico venditore (che gli avrebbe affibbiato una qualunque raccolta o un titolo impolverato e abbandonato da tempo immemorabile), piegavo il capo nei cassetti e ne estraevo “Kind of blue” di Davis o “Giant Steps” di Coltrane. In genere la cosa finiva lì, nel senso che il cliente nelle sue visite successive si guardava bene dal mostrare una qualunque reazione all’ascolto: o abbandonava del tutto il tentativo o si consegnava alle confortevoli enciclopedie a fascicoli da edicola (nemmeno malaccio a vederle col senno di poi). Sono passati più di dieci anni da quando ho abbandonato il mio lavoro più amato e molte cose sono inevitabilmente cambiate (perlomeno in campo musicale, in politica stiamo ancora aspettando). Adesso si compra sempre meno musica, sempre meno nei negozi e in sostituzione di Curcio e De Agostini, sono gli stessi quotidiani e settimanali a proporre ogni tipo di disco in allegato. Da questa settimana ad esempio, il Sole 24 Ore allega al quotidiano, al prezzo di 9,90 euro (folle, se consideriamo che il prodotto è esente IVA e che con 5 euro oggi si compra un qualunque capolavoro del jazz), il primo volume di “I miti del jazz”; duecentoquarantasette euro virgola cinquanta per venticinque cd-book (ma se ordinate l'intera collana scendete a 199) di cui purtroppo non sono specificati i dettagli: ci sono i nomi ovviamente (tutti i principali, più qualcuno superfluo e qualche grossa dimenticanza: c’è Phil Woods e non c’è Dizzy Gillespie, ci sono Glenn Miller e John Abercrombie, ma non c’è traccia di Hancock e Shorter), ma non si riesce a scoprire quali siano i brani scelti. Insomma, bisognerebbe acquistare al buio e, di questi tempi, Confindustria, l’editore del giornale, non è esattamente l’interlocutore più sicuro e affidabile. Per chi volesse decidersi a compiere il grande passo nel rutilante universo afro-americano meglio allora spostarsi sul sito del benemerito Folkways Smithsonian (http://www.folkways.si.edu/), un vero e proprio “paese dei balocchi” dove è racchiusa tutta la musica americana dalle sue origini ad oggi e dove è possibile ordinare qualunque cd in catalogo nel enorme archivio o farsene fare addirittura uno con la propria track-list. La pubblica istituzione (sì, avete letto bene, è un’istituzione pubblica nella patria del liberismo; andatelo a spiegare a quei cialtroni di economisti di casa nostra) ha appena approntato un cofanetto - “JAZZ: The Smithsonian Anthology” - di sei cd con un libretto di 200 pagine, di cui potete trovare i dettagli e che potete farvi spedire a casa per la modica cifra di 99.98 dollari, 70,0214 euro alla chiusura dei mercati di venerdì scorso. Ovviamente anche tra i 111 brani ci sono alcune assenze eccellenti, però ci trovate anche Medeski, Martin & Wood, Martial Solal, John Zorn e Pat Metheny. Insomma se volete farvi un’idea o un bel regalo, l’occasione è ghiotta. Sempre che invece non preferiate cercare la vostra vittima di turno in un dei pochi negozi di dischi rimasti; allora potreste entrare, dare un’occhiata in giro, alle copertine appese alle pareti, ai cd accumulati ovunque e con aria ingenua e interessata domandare: ““Vorrei cominciare ad ascoltare il jazz, mi consiglia un disco?”

Nessun commento:

Posta un commento

Un Amore Supremo

In occasione dell'uscita in edicola di A Love Supreme, primo titolo della collezione I Capolavori del Jazz in Vinile, sono andato a ria...